lunedì 27 ottobre 2014

I° GRUPPO DI OPERE a voi votare le cinque migliori di questo gruppo

Con mezz'ora circa di ritardo mi accingo a inserire le opere del primo gruppo da sottoporre a vostro voto...
passeranno le 5 liriche che otterranno il maggior numero di preferenze. 
Vi ricordo che per essere validi i voti ognuno di voi dovrà mettere nel proprio commento le 3 opere che reputa migliore.
I voti potete mandarli tramite messaggio privato su facebook, tramite mail pierosardoviscuglia@gmail.com o commentando sul blog.
Le votazioni di questo gruppo iniziano adesso e giungeranno a termine alle ore 00.00 del 29/10/2014
Ovviamente gli autori non possono auto-votare la propria opera

I° GRUPPO DI OPERE PRE-FINALISTE

NOVEMBRE
Lisa Del Gobbo, FRIULI VENEZIA GIULIA
Cos’è che mi sfugge,
o Novembre?
Il fantasma di un albero,
o quelle ombre alla finestra?

Cosa si cela, nella tua nebbia,
o novembre?
La mia immagine sbiadita,
un ricordo dissolto in una pozzanghera

nella tua terra nera,
dove avevo scavato
a mani nude
e seminato feti di sogni.

Domani, domani…
… aspetta domani.

Ma la morte è già passata.
Ne ho intravisto il riflesso di falce.
Lei sì, che ha raccolto,
o Novembre!
E nella pioggia che si schianta a terra
in un immobile silenzio
a me non resta
che parlare coi morti.


 11 settembre 2001
Manlio Ercolino, LAZIO
L’America piange.
Spiritual e gospel cantano a lutto.
Una mano a puntato a morte.
Hanno rabbrividito i sarcofagi
Di Abramo Lincoln e di Martin Luther King.
La loro immensità,
lo spazio riflesso in un sorriso,
in uno sguardo,
si è frantumato.
La mano dell’uomo bianco
Più non si leva a stringere
Le mani dei ragazzi negri.
Anime ricolme di pianto e sangue,
le parole diventano salmodia,
si parla solo di morte.
Ma essi continuano ancora
A bussare gran colpi ai cuori della gente.

  
Il venditore di libri
Giovanni Barone, CAMPANIA
I tuoi mille volti
La tua seducente vitalità
Fanno di te… maestro di commedia

Davanti ai tuoi occhi il passaggio
Offre una visione oscurata
Da intrecci, vocii e frastuoni.

Un contadino si avvicina
Il suo alito è pesante,
cerca nei tuoi scaffali sogni perduti
spazzando via ricordi agresti.

Quanta fantasia nei suoi occhi
E quanti progetti offuscano la sua mente
Per un istante si ripresentano
Nostalgie di amori passati…
Ma con un alito di vento
I suoi occhi si spengono…
E il caos ritorna a far padrone.
Al calar del sole la tua opera è finita
Ritorni alla tua autenticità,
scottato dalla voglia di tornare a casa,
ti avvii stanco ed affamato

un’altra giornata è passata
hai conosciuto il gelo nelle tue mani,
il calore nel tuo cuore.


 Venezia…
Antonio Ciervo, TRENTINO ALTO ADIGE
In questa città
Dall’anima arcana
Per le strette solitarie
E umide calli io vago.

L’odore del mistero galleggia
Tra i riflussi dell’acqua
Che scende e sale.
Delicati bisbigli
Per l’anima del viaggiatore
Da rinchiudere nel cuore
Come flash di ricordi
In bianco e in nero.

Venezia…
Lentamente sprofonda
Nel tramonto senza orizzonti
Sospesa sul mare
Tra ponti lisi
Dagli incroci della storia
Come carta consumata
Da innumerevoli
Fiumi di inchiostro resisti
Famelica induci e vivi
Dei nostri sogni.

Io ricordo il tuo
Magico profumo
Nel silenzio dell’aurora
Tra luce e nebbia che sale
Respiro profondo.

Venezia immobile tace.


 L’Italia, questa penisola dalla forma strana
Franco Casadei, EMILIA ROMAGNA
Si sono affollati nei secoli città e villaggi
Qui, sopra una terra buona, moltiplicati
I figli su questa penisola dalla forma strana.

In un lembo di terra Firenze, Venezia
La Cappella Sistina, piazza del Campo a Siena
Il Cenacolo, i mosaici di Ravenna e piazza Navona.

Ed etruschi, greci, romani e barbari a orde
Sanguinosamente si andarono mescolando
E mischiando con audacia i geni di unni fulvi,
di mori, di normanni e goti, ne è scaturito
un popolo per indole benevolo. E geniale.

Grati della sua bellezza: le Dolomiti
Il mare di Sardegna e Capri.
Le colline della Val d’Orcia
Con le sue onde di terra morbida e quieta.
E Assisi che dell’Italia si insedia nel cuore.
I Fori imperiali, i colori di Giotto
E i versi di Virgilio, Leopardi, e Dante.

Improbabile casualità questo concentrarsi
Di arte e tesori. Si direbbe una predilezione.
Ed esserci nati dentro. E girare adagio
In bicicletta nella nebbia delle piane,
inerpicarsi per i sentieri d’Aspromonte
o sotto un sole cocente restare sbalorditi
per i templi dorici della Magna Grecia
e per i suoi teatri contigui al mare.

Felici di essere nati in questa falda di terra
Ora, per questo paese, si ha un po’ paura
Di uno sperdimento che sembra farsi largo
Come quando si ammala una persona cara.


Poetare
Antonio Bicchierri, PUGLIA
Soave, sublime
E dolce poesia,
non parlarmi sempre
e soltanto
di luna e stelle,
profumo di vuole e rose
o di corse fra i prati
dai tepori soleggiati.

Denuncia il mondo
Con le sue violenze
E i suoi guasti.

Parlami di fatica e di sudore,
della dura zolla
e delle rugose mani
del villico lavoratore.

Dimmi della disperazione
Di chi viene dal mare,
di miseria e povertà,
di porte chiuse
d’antico dolore
e vetri infranti
da sogni rubati.

Poeta,
questo è il nostro tempo,
gridalo
e nel brillio dei tuoi occhi
in una nuova luce
urla al vento
il tuo canto di libertà.


 Il silenzio del blu
Maria Grazie Di Palermo, SICILIA
Si ritaglia uno spazio
Il cielo
Una flebile luce rischiara l’azzurro,
un gallo lontano richiama il mondo a se stesso,
un altro risponde;
una luce remota, sul monte, approfonda l’orizzonte.

Avanza la luce
Restituisce l’eterno fluire del tempo,
l’attesa del giorno.

C’è una speranza nuova
Dietro l’alba che svela a se stessa i suoi chiarori,
è l’altro che viene,
un tempo nuovo.


 La mia terra
Rina Bontempi, MARCHE
Terra mia… nuda, sacra,
ventre di donna gravido di figli partoriti
senza staccare mai il cordone ombelicale.

Terra amara,
terra sola nel tuo solco di sudore,
sola come madre resta quando imbianca
e non ha più forza di lottare
quando un giuda come serpe ti morde l’anima fino a farla sanguinare,
sola a consolare ogni figlio che ti chiede
e tu non sai più cosa offrire.

Onore a te amata terra dei poeti.
Terra calda, come caldo è il sole,
terra grande, come grande è il mare,
terra mia,
Italia mia… quanto ancora?
E tu?
Tu sempre pronta a ridonarti
E per amore di uno solo dei tuoi figli
A dissanguarti ancora,
e mille,
mille altre volte ancora.







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