Pensieri sono momenti che dei sogni fanno speranza e nello scrivere desiderio di esserci
domenica 28 luglio 2013
mercoledì 24 luglio 2013
martedì 23 luglio 2013
La nostra LIBERTA' prima di tutto
LIBERATE IL MACELLAIO CHE HA SPARATO A UN DELINQUENTE ALBANESE CHE SI VOLEVA INTRUFOLARE PER DERUBARLO IN CASA SUA. LUI E' LA VITTIMA CHE HA DOVUTO DIFENDERSI DATO CHE L'ITALIA E IL SUO STATO DI SICUREZZA NON LO GARANTISCONO. SIAMO COSTRETTI A DIFENDERCI E PER TALE MOTIVO NON SIAMO CARNEFICI, E' PER LA NOSTRA DIFESA. SE QUEI 35 MILIARDI FOSSERO DIROTTATI SULLA SICUREZZA INTERNA E NON SULL'ACQUISTO DI VELIVOLI MILITARI CHE NON CI SERVONO A UN CAZZO FORSE SAREMMO PIù SICURI IN CASA NOSTRA. DIFENDIAMO LA NOSTRA LIBERTA' ANCHE SPARANDO MA NON SIAMO CARNEFICI MA VITTIME. SE L'ALBANESE VOLEVA DELINQUERE PEGGIO PER LUI, MI SPIACE SOLO CHE IL MACELLAIO E' IN ARRESTO SENZA ALCUN MOTIVO. Ci vogliamo iniziare veramente a vergognare per quello che siamo? (riferimento ovviamente alla legge e alle applicazioni che per gli italiani sono dure ma se a delinquere sono stranieri, sono liberi dopo tre giorni). LA LIBERTA' E' NOSTRA E SE UNO STRANIERO DELINQUE E CADE SOTTO IL FUOCO DELLA DIFESA, BEN VENGA UNO IN MENO. (scusate il cinismo ma è così).
lunedì 22 luglio 2013
giovedì 18 luglio 2013
mercoledì 10 luglio 2013
Settimana del Monte
Sono appena arrivato in Sicilia, la mia terra a Racalmuto. giovedì inizieranno i festeggiamenti per Maria SS del Monte la Patrona. sono sette anni che non assisto a questa manifestazione di fede e di artistica composizione del modo di vivere la religiosità.
martedì 9 luglio 2013
UN NUOVO STATO ITALIA La Rivoluzione Populista (saggio di prossima uscita)
Introduzione
Non
è semplice iniziare a parlare di “Un nuovo stato Italia” senza
ricordare le origini, tutto quanto ha permesso la formazione del nostro attuale
stato unitario. Nostro, oggi, è una parola grossa dati gli avvenimenti degli
ultimi mesi, per non dire anni, che sembra vogliano svendere ciò che resta di
ciò che lungamente è stato atteso.
1861:
data simbolo e uomini simbolo, come Garibaldi o Mazzini, che hanno messo da
parte le mire repubblicane per far sì che, almeno in parte, si potesse parlare
di Una
Unica Forte e Viva Italia.
C’era
voluto un lungo periodo di gestazione, ma ormai era fatta, Italia era stata
catapultata nella selva delle grandi potenze, a spalleggiare per emergere e ritagliarsi
un angolo.
2013:
due anni dopo i festeggiamenti per i nostri cento cinquant’anni, –voluti per
dimostrare la nostra Unità, nella piena crisi economica per la quale avremmo
anche potuto evitarci questo sperpero-, quella stessa data sembra partorire un
aborto.
Non
è una polemica, non vuole essere ipocrita o falsa ironia, ma semplice
constatazione di come, le ultime azioni del governo –per non parlare della
vecchia e stanca classe politica che nulla ha più da offrire, se non la stessa
solita minestra riscaldata che ormai non ha più nessun principio nutritivo-, stanno
provando ad affossare definitivamente ciò che con forza era stato chiesto e
ottenuto.
Se
uomini, o sovrani, illuminati nel ‘700 d’Europa parlavano di avere come centro
del loro interesse lo stato, non inteso come potere di su territorio ma come
potere di un popolo sovrano –anche se oppresso in linea di massima ancora dalle
monarchie-; in quella pre nascente condizione di stato, nella Penisola, solo re
Carlo Alberto, anche se in ritardo rispetto ad altre nazioni, constatò che
forza poteva trarre dal suo popolo se a questi fosse stato concesso solo un
minimo di quanto chiedevano con insistenza. È stato solo l’inizio di un
processo che ci avrebbe condotto ad essere uniti sotto una stessa bandiera.
Adesso
non sono più le monarchie ad opprimere, ma dei politici corrotti (non si vuole
fare di tutta l’erba un fascio) quasi in totalità, che opprimono il popolo “lo
stato” con la loro sregolata attività di ingaggio personale, avendo ritenuto il
posto da deputato o senatore come l’albero della cuccagna dal quale non doversi
separare.
Oppressori
in quanto celano, in modo subdolo, i loro spropositati diritti nell’opprimere
con nuove e ingenti tassazioni il popolo “lo stato” per potersi pagare le loro
indennità ingiustificatamente percepite.
Le
indennità, ricordo un intervento della Pivetti in uno dei soliti programmi talk
che parlano e cercano di far conoscere le loro idee (quando in realtà si tratta
di un carosello di interpreti politici che non fanno altro che arroccarsi sulle
posizioni dei singoli partiti senza possibilità di dialogo) dove affermava che
le indennità introdotte durante il Regno d’Italia non erano destinate ai
possidenti ma semplicemente a quegli uomini che non sarebbero riusciti a mantenersi
lontani dal proprio lavoro (magari contadini o artigiani) per prendere parte
alle decisioni politiche che anche a loro spettavano e che gli erano garantite
dal diritto con il Suffragio Universale Maschile.
I
nostri attuali politici, risultano percepire sia l’indennità parlamentare che
lo stipendio a loro destinato dal loro lavoro così come anche, alcuni, i
proventi di proprie attività personali, così come l’accumulo di cariche su
cariche senza rinunciare a niente di quanto possono raccogliere.
Inizio
proprio da questo punto in quanto molti dei nostri sedicenti politici per il
popolo e lo stato predicano bene razzolando malissimo; predicano i tagli
necessari per il recupero del debito e del bilancio ma senza imporre a se
stessi gli stessi sacrifici, anzi risulta –quando dovevano tagliare il loro
stipendio spropositato per le poche volte che la maggioranza di loro siede in
quegli scranni, oserei dire, della vergogna- che hanno aumentato la loro
indennità del 10 % circa prima per poi tagliarla del semplice 5 % (questo
risulta anche da alcuni articoli che cercando su google ne danno il pieno
quadro, e quindi non credo fossero solo delle dicerie); così come risulta, se
n’è parlato molto ma poi tutto è scemato dichiarandosi “falso”, che il
presidente della Repubblica si sia aumentata l’indennità nell’ultimo anno,
predicando apertamente la doverosità dei taglia che alle sue tasche non sono
stati sicuramente imposti (questo quanto asserisce libero.it).
Gli
italiani saranno pur fessi, ma si accorgono comunque delle cavolate dei loro
rappresentanti, delle prese per i fondelli a cui ci sottopongono con estrema
regolarità e facilità; l’unica cosa che l’italiano non ha intenzione di fare è
quella di alzare anche solo un dito per cambiare le cose: si trincerano nella
frase “io non vado a votare” o “io non voterò più”, quando poi c’è
sempre chi lo fa scegliendo per se e per gli altri.
È
giunto il momento di dare un punto fermo a questi falsi politici dalla morale
facile ma dall’altrettanto facile svogliatezza di iniziative anti repubblicane
e anti democrazia. (Bersani – Casini – Berlusconi, tutti e company devono
chiudere le loro false e inutili bocche se da esse escono e continueranno a
uscire solo “stronzate”); i leader se hanno idee concrete le sottoponessero
direttamente al giudizio del popolo non del parlamento che è diventato solo
occupazione abusiva e truffa e frode ai danni delle tasche dei cittadini.
Ho
citato solo tre leader ma si aggiungano anche gli altri; negli ultimi venti
anni sono stati protagonisti della storia politica del nostro paese e negli
ultimi venti anni hanno sempre promesso l’abbassamento dei costi della
politica, la riduzione dei parlamentari e l’abrogazione delle provincie (ormai
solo un trampolino di lancio e nello stesso tempo ridimensionamento e garanzia
per i politici locali di un buon reddito annuale): tutti provvedimenti che
avrebbero garantito l’abbassamento sostanziale della più che eccessiva spesa
pubblica che prende risorse dallo stato senza darne sostanziale ritorno allo
stesso.
Una
domanda sorge spontanea: di tutti questi provvedimenti, che molti di loro
espongono come prioritari –ogni qual volta ci si avvicini alla data del rinnovo
parlamentare- per il sopravvivere e per il far ripartire l’Italia, ma ce ne
sarà stato anche solo uno che è stato portato a termine senza ripensamenti o
modifiche sostanziali?
La
risposta è più che evidente agli occhi di tutti e non c’è nemmeno bisogno che
la indichi apertamente qui perché, soltanto guardandosi attorno nel nostro
mondo Italia, ci si accorge che tutto è sempre rimasto uguale, anzi, forse
diventato peggiore.
Tornando
un attimo alle origini della nostra unità: fu un breve lasso il furore preunitario
che portò allo stato Italia, che poi iniziò a spegnersi ad affievolirsi,
passati i primi decenni –forse per la novità- in netto positivo sviluppo, fino
quasi a scomparire con l’avvento fascista e con la caduta del vero potere
monarchico, che nel 1946 ebbe definitivamente termine.
Noi
dopo l’unità e soprattutto dopo la caduta della monarchia, abbiamo ottenuto
tutto in tutti i campi, ma adesso sembriamo dei granchi che viaggiamo
all’indietro, non per fare un passo verso il recente passato per cercare dove
sia il punto di rottura e quindi poter ripartire, ma per lasciare ai posteri
semplice macerie dal quale non ci si risolleverà se non dopo tanto tanto
abbandono, a meno che non si riesca a trovare una soluzione più che immediata
che non si celi dietro le false e inconcludenti profezie dei soliti ignoranti
politici (questa non è una provocazione, in quanto molto spesso i nostri uomini
di rappresentanza –in interviste professionali e irriverenti- hanno mostrato la
loro poca cultura anche nei rami che più sono a loro vicini) che vogliono
semplicemente accaparrarsi il voto della vittoria e per questo si mettono in
mostra solo nei momenti di piena azione politica.
La
definizione di Politica è cambiata, non è gioco dello stato ma gioco del
politico per provare ad altri la forza incessante con la quale si entra
prepotentemente nelle tasche degli italiani.
È
cambiata la definizione di Politico, non più uomo dedito allo stato; è
sempre più evidente che si tratta di ladro truffatore che con promesse, più o
meno assurde, vende la pelle dei propri cittadini purché le sue tasche
risultino sempre grondanti denaro.
In
questo breve trattato –premetto che non sono un giornalista di professione,
semplicemente un attento osservatore di quanto gli sta attorno, e che questo è
il mio primo lavoro nel senso di saggio politico- cercherò di descrivere quanto
stiamo vivendo, le condizioni a cui siamo giunti e soprattutto tratterò vari
punti, secondo il mio modesto parere, fondamentali per risollevare le sorti del
nostro paese che, come la maggioranza degli italiani, tengo nel cuore e mi
piange lo stesso vederlo ridotto sempre più verso un baratro che sembra non
voler avere nessuna fine.
Dividerò
questo lavoro in parti più o meno articolate per una facile lettura e
comprensione: analizzerò ironicamente la nostra classe dirigente, finta anche
nel semplice mostrare un sorriso, contrapposta allo “stato minuto” che non ha
mai smesso di ridere e far ridere.
Una
consistente parte la concentrerò su dei provvedimenti fiscali, pur non
essendone un addetto specifico, che farebbero pesare –a mio avviso- molto meno
alle famiglie le tassazioni o per meglio dire, le stesse sarebbero abbassate
irreversibilmente e non poco, dando sfogo all’economia italiana con l’aumento
di denaro in circolo e con una maggiore possibilità di valuta da parte delle
famiglie.
Un’ultima
parte tratterà una sorta di programma che dovrebbe essere prioritario per la
nostra rinascita; sarà semplicemente una sintesi dei provvedimenti che citerò
per tutto il testo, solo stringati e molto stilizzati e magari con l’aggiunta
di qualche punto in più che non starà a me sviluppare o considerare valevole
per la nostra sorte.
Per
alcuni punti citerò anche la nostra amata e poco temuta (dai parlamentari che
se ne fanno beffa) Costituzione, citandone il punto di forza e soprattutto
quanto ormai alcuni dei suoi articoli risultino obsoleti e degenerati e
superati.
Scrivi per sognare, Sogni per Vincere: INIZIARE
Scrivi per sognare, Sogni per Vincere: INIZIARE: L'inizio di qualcosa è sempre un punto importante, segna la voglia di andare avanti, di sentirsi partecipi e parte di se stessi. Oggi s...
INIZIARE
L'inizio di qualcosa è sempre un punto importante, segna la voglia di andare avanti, di sentirsi partecipi e parte di se stessi.
Oggi si inizia, domani si va avanti.
Piero
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