venerdì 31 ottobre 2014

II GRUPPO DI VALUTAZIONE

Eccomi a presentarvi il secondo gruppo da valutare.
Saranno ancora otto opere e solo in cinque passeranno alla finale.
Tutti possono votare, ovviamente gli autori non possono votare la loro medesima opera.
Ognuno dei votanti dovrà esporre tre nominativi/preferenza... ragazzi a voi la scelta.

II GRUPPO DI OPERE PER LA SELEZIONE

Il mio paese
PietroLaPiana, CALABRIA
Dal mar Ionio arrivarono nuove genti,
forse spinti dal fatal re dei venti
oppure memori delle antiche civiltà
che qui fondarono floride città.

Sulla sabbiosa costa ionica sbarcarono
e nella pianura del Corace si accamparono;
poi, per ripararsi dai turchi, dalla malaria e dalla ruina
risalirono la valle e si stabilirono sull’alta collina.

Ma nel 1783 una scossa di terremoto fu disastrosa,
arrecò danni e lutti, e distrusse ogni cosa;
fu una catastrofe devastante,
esiziale per ogni scampato abitante.

Con buona lena, una zona più sicura venne trovata
E, su progetto Ferraresi, una nuova Borgia fu edificata.
Ora tra due croci trovasi distesa
Come per essere dal buon Dio difesa.

Specie a Roccelletta, i segni di antica civiltà porta grata
Dove una città greca e poi romana venne edificata.
Cultura e tradizioni fanno forte la municipalità
Per cui del suo territorio è saggio mantenere l’unità.

È il paese dove sono nato,
dove sono cresciuto e mi sono formato,
dove ho insegnato con passione e cura,
e ai miei cari ho dato sepoltura.

Qui ho passato tutta la vita,
ho costruito il mio nido e ho subito qualche ferita,
con compagni e amici ho fraternizzato,
ho sofferto e gioito, ho sognato e anche pregato.

Da giovane, mi sono impegnato per il suo progresso
Secondo libertà e giustizia per cui ho lottato spesso;
ma silenzio e indifferenza sovente ho avvertito
e, pur in compagnia, a volte solo mi son sentito.

Tuttavia, in suo grembo un giorno dormire
È desiderio che i miei figli devono esaudire,
come se mai me ne fossi allontanato,
sperando tanto che sia accontentato.



Il signore delle onde
Alessandra Benassi, EMILIA ROMAGNA
Dolce poesia d’estate
In questa notte piena di stelle
Dove il buio assoluto mi parla di te.
Dove è splendido sognar ogni tramonto lontano
Ed ogni paesaggio oltreoceano
Che vorrei vivere accanto a te.
E nonostante io sia qui lontano,
il mio cuore, le mie emozioni,
sono in cerca di te.
E questo desiderio che sale
Mi porta a pensarti fra le onde ed i marosi
E ad ogni marea cercarti col pensiero,
con lo sguardo.
E nel mio cuore,
nei miei ricordi
mentre imperversano le onde ed il frastuono dei lampi,
nella tempesta perfetta laddove nessuno ora,
solo la tua vela scende impetuosa
a disegnare solchi perfetti
in quel mare dimenticato da Dio.
Ma tu sei molto di più di questo,
sei unico
e solo quando la tavola
sembra aver domato la furia che la circonda,
il tuo cuore si placa e guadagni la riva e nient’altro.
Sul tuo volto sorridente c’è solo il segno del mare,
come dimenticarlo
ed invece nel mio cuore ci sei solo tu o mio signore.
Il mio signore  delle onde.



Saluto alla bandiera
Antonella Iacoponi, TOSCANA
Verde speranza, il primo colore:
ecco le uniformi militari,
di chi ha lottato con tenacia ed onoro,

per la libertà del paese e dei propri cari,
la natura,l’erba dei prati,
i tralci dei vigneti, gli smeraldi più rari,

la primavera, fonte di sorrisi incantati…
Bianco di fede, in una preghiera:
ecco le alpi, diamanti innevati,

la patria così bella, candida e fiera,
il velo di una sposa, -dolce emozione-,
magico dono di una vita intera…

il rosso dell’Etna, rubini, passione, aroma di arance siciliane,
la scintilla della rivoluzione,

che si diffuse come un’eco di campane,
il sangue dei molti soldati,
che unì regioni vicine e lontane,

rosso di luna, tra cieli stellati.
 


… E penso a te
Giuseppe Montaquila, LAZIO
Fontegreca,paese mio,
terra fertile e rigogliosa,
sonnecchi col tuo corpo sinuoso
sdraiato ai piedi del monte,
col viso attonito
e gli argentei capelli un po’ arruffati.
Ti specchi nel Sava
Che scroscia con la sua acqua limpida e fresca
Nel silenzio della quiete,
e accarezza soffici prati
che profumano di vuole.
Osservi gli ulivi già fioriti
Che fan promesse copiose
E delizi il tuo olfatto dell’odore pepato dei cipressi,
unici e divini.
L’orologio sulla torre
Suona il mezzodì,
mentre sul selciato, in lontananza,
s’intravvede una contadina, col suo canestro in testa
ricolmo di cipolle e altri ortaggi,
che a piè sospinto fa ritorno alla sua casa
trepidante d’azionar i suoi fornelli.
A quest’ora tutte le contrade sono invase dai profumi
Delle pietanze già fumanti,
l’aroma delle lasagne e ceci si unisce
a quello della polenta con salsiccia e peperoni,
il profumo delle patate e fagioli
si confonde con la zuppa di cipolle,
ed è un tripudio do profumi, di aromi
di sensazioni e di colori,
quando i peschi, i gelsi ed i mandorli son fioriti
e fan da cornice.
Perdona,perdona me, figlio ingrato,
che lasciai la mia dimora,
per coronare il mio sogno lontano,
e adesso sei lì che aspetti, paziente,
con l’animo confuso
di chi in silenzio soffre
ma che per amore esulta
ogni volta che torno,
poi mi cingi d’abbracci
e si rinnova la festa,
anche se le ore passan in fretta.



Tela d’Autunno
Cristina Izzo, PIEMONTE
Ed eccomi in questo viale a contemplare i colori dell’autunno…

Come in un dipinto malinconico, senza più lacrime accompagnata solo dal giallo, dalvermiglio e dall’ocra.

Il cuore pesa, vorrei rallentare il passo per saggiarne la flemma ma non posso, devotornare a combattere.



Ci sono spazi
Maria Carmela Dettori, SARDEGNA
Ci sono spazi,
dove i pensieri e le parole
raggiungono con l’anima
perfetta comunione,
dove anche i silenzi parlano
senza far rumore.
Sulle trame dell’onda,
quando il bisbiglio della luna
arriva al sole su un’altra sponda,
sulle rughe di un neonato,
quando gli occhi delle madri
incrociano gli sguardi all’equatore,
sui fili invisibili sel vento,
là dove i sorrisi
non hanno lingua né colore.
Le lacrime salate della vita,
come muti rivoli infondono
la terra sotto i piedi,
ma l’uomo corre troppo in fretta,
e nelle orme i silenzi parlano
incomprensibili parole.



Il sole di settembre
Francesco Mazzitelli, BASILICATA
Il sole di settembre
Accarezza
La vigna del tuo cuore
E,
fino all’ultimo filare,
vado raccogliendo
l’uva matura
del tuo amore.
La fatica della vendemmia
Continua fino al meriggio
Ed al vespro
Mi incammino verso le tinaie
Per bere il dolce mosto
Delle tue calde profumate labbra.
Tristi e silenziosi
Passano i giorni
Mentre aspetto
Che arrivi il giorno
Dell’incontro nella cantina
Dove gusteremo con gioia il vino
Della nostra felicità.



Le onde
Patrizia Scappatura, PUGLIA
Come odalische vestite di spuma,
con incessante andare e venire,
danzando sul mare giungono a riva
e languidamente s’adagiano stanche.
Nei giorni sereni la presenza è discreta,
accattivante sussurro la voce suadente.
Ma nei giorni oscuri, senza sosta e pietà,
il vento impetuoso le prende con forza
contro ruvidi scogli taglienti le spinge
e lì,
salutando il mare con un canto assordante,
sperdendosi in mille e più lacrime salate,
muoion rabbiose e insiem disperate.

Così è la vita delle onde ogni giorno,
così anche per noi, sovente lo è.

lunedì 27 ottobre 2014

I° GRUPPO DI OPERE a voi votare le cinque migliori di questo gruppo

Con mezz'ora circa di ritardo mi accingo a inserire le opere del primo gruppo da sottoporre a vostro voto...
passeranno le 5 liriche che otterranno il maggior numero di preferenze. 
Vi ricordo che per essere validi i voti ognuno di voi dovrà mettere nel proprio commento le 3 opere che reputa migliore.
I voti potete mandarli tramite messaggio privato su facebook, tramite mail pierosardoviscuglia@gmail.com o commentando sul blog.
Le votazioni di questo gruppo iniziano adesso e giungeranno a termine alle ore 00.00 del 29/10/2014
Ovviamente gli autori non possono auto-votare la propria opera

I° GRUPPO DI OPERE PRE-FINALISTE

NOVEMBRE
Lisa Del Gobbo, FRIULI VENEZIA GIULIA
Cos’è che mi sfugge,
o Novembre?
Il fantasma di un albero,
o quelle ombre alla finestra?

Cosa si cela, nella tua nebbia,
o novembre?
La mia immagine sbiadita,
un ricordo dissolto in una pozzanghera

nella tua terra nera,
dove avevo scavato
a mani nude
e seminato feti di sogni.

Domani, domani…
… aspetta domani.

Ma la morte è già passata.
Ne ho intravisto il riflesso di falce.
Lei sì, che ha raccolto,
o Novembre!
E nella pioggia che si schianta a terra
in un immobile silenzio
a me non resta
che parlare coi morti.


 11 settembre 2001
Manlio Ercolino, LAZIO
L’America piange.
Spiritual e gospel cantano a lutto.
Una mano a puntato a morte.
Hanno rabbrividito i sarcofagi
Di Abramo Lincoln e di Martin Luther King.
La loro immensità,
lo spazio riflesso in un sorriso,
in uno sguardo,
si è frantumato.
La mano dell’uomo bianco
Più non si leva a stringere
Le mani dei ragazzi negri.
Anime ricolme di pianto e sangue,
le parole diventano salmodia,
si parla solo di morte.
Ma essi continuano ancora
A bussare gran colpi ai cuori della gente.

  
Il venditore di libri
Giovanni Barone, CAMPANIA
I tuoi mille volti
La tua seducente vitalità
Fanno di te… maestro di commedia

Davanti ai tuoi occhi il passaggio
Offre una visione oscurata
Da intrecci, vocii e frastuoni.

Un contadino si avvicina
Il suo alito è pesante,
cerca nei tuoi scaffali sogni perduti
spazzando via ricordi agresti.

Quanta fantasia nei suoi occhi
E quanti progetti offuscano la sua mente
Per un istante si ripresentano
Nostalgie di amori passati…
Ma con un alito di vento
I suoi occhi si spengono…
E il caos ritorna a far padrone.
Al calar del sole la tua opera è finita
Ritorni alla tua autenticità,
scottato dalla voglia di tornare a casa,
ti avvii stanco ed affamato

un’altra giornata è passata
hai conosciuto il gelo nelle tue mani,
il calore nel tuo cuore.


 Venezia…
Antonio Ciervo, TRENTINO ALTO ADIGE
In questa città
Dall’anima arcana
Per le strette solitarie
E umide calli io vago.

L’odore del mistero galleggia
Tra i riflussi dell’acqua
Che scende e sale.
Delicati bisbigli
Per l’anima del viaggiatore
Da rinchiudere nel cuore
Come flash di ricordi
In bianco e in nero.

Venezia…
Lentamente sprofonda
Nel tramonto senza orizzonti
Sospesa sul mare
Tra ponti lisi
Dagli incroci della storia
Come carta consumata
Da innumerevoli
Fiumi di inchiostro resisti
Famelica induci e vivi
Dei nostri sogni.

Io ricordo il tuo
Magico profumo
Nel silenzio dell’aurora
Tra luce e nebbia che sale
Respiro profondo.

Venezia immobile tace.


 L’Italia, questa penisola dalla forma strana
Franco Casadei, EMILIA ROMAGNA
Si sono affollati nei secoli città e villaggi
Qui, sopra una terra buona, moltiplicati
I figli su questa penisola dalla forma strana.

In un lembo di terra Firenze, Venezia
La Cappella Sistina, piazza del Campo a Siena
Il Cenacolo, i mosaici di Ravenna e piazza Navona.

Ed etruschi, greci, romani e barbari a orde
Sanguinosamente si andarono mescolando
E mischiando con audacia i geni di unni fulvi,
di mori, di normanni e goti, ne è scaturito
un popolo per indole benevolo. E geniale.

Grati della sua bellezza: le Dolomiti
Il mare di Sardegna e Capri.
Le colline della Val d’Orcia
Con le sue onde di terra morbida e quieta.
E Assisi che dell’Italia si insedia nel cuore.
I Fori imperiali, i colori di Giotto
E i versi di Virgilio, Leopardi, e Dante.

Improbabile casualità questo concentrarsi
Di arte e tesori. Si direbbe una predilezione.
Ed esserci nati dentro. E girare adagio
In bicicletta nella nebbia delle piane,
inerpicarsi per i sentieri d’Aspromonte
o sotto un sole cocente restare sbalorditi
per i templi dorici della Magna Grecia
e per i suoi teatri contigui al mare.

Felici di essere nati in questa falda di terra
Ora, per questo paese, si ha un po’ paura
Di uno sperdimento che sembra farsi largo
Come quando si ammala una persona cara.


Poetare
Antonio Bicchierri, PUGLIA
Soave, sublime
E dolce poesia,
non parlarmi sempre
e soltanto
di luna e stelle,
profumo di vuole e rose
o di corse fra i prati
dai tepori soleggiati.

Denuncia il mondo
Con le sue violenze
E i suoi guasti.

Parlami di fatica e di sudore,
della dura zolla
e delle rugose mani
del villico lavoratore.

Dimmi della disperazione
Di chi viene dal mare,
di miseria e povertà,
di porte chiuse
d’antico dolore
e vetri infranti
da sogni rubati.

Poeta,
questo è il nostro tempo,
gridalo
e nel brillio dei tuoi occhi
in una nuova luce
urla al vento
il tuo canto di libertà.


 Il silenzio del blu
Maria Grazie Di Palermo, SICILIA
Si ritaglia uno spazio
Il cielo
Una flebile luce rischiara l’azzurro,
un gallo lontano richiama il mondo a se stesso,
un altro risponde;
una luce remota, sul monte, approfonda l’orizzonte.

Avanza la luce
Restituisce l’eterno fluire del tempo,
l’attesa del giorno.

C’è una speranza nuova
Dietro l’alba che svela a se stessa i suoi chiarori,
è l’altro che viene,
un tempo nuovo.


 La mia terra
Rina Bontempi, MARCHE
Terra mia… nuda, sacra,
ventre di donna gravido di figli partoriti
senza staccare mai il cordone ombelicale.

Terra amara,
terra sola nel tuo solco di sudore,
sola come madre resta quando imbianca
e non ha più forza di lottare
quando un giuda come serpe ti morde l’anima fino a farla sanguinare,
sola a consolare ogni figlio che ti chiede
e tu non sai più cosa offrire.

Onore a te amata terra dei poeti.
Terra calda, come caldo è il sole,
terra grande, come grande è il mare,
terra mia,
Italia mia… quanto ancora?
E tu?
Tu sempre pronta a ridonarti
E per amore di uno solo dei tuoi figli
A dissanguarti ancora,
e mille,
mille altre volte ancora.