domenica 16 novembre 2014

FINALISTI I° EDIZIONE "PREMIO ITALIA NOSTRA ITALIA MIA"

Ed eccomi a presentarvi la rosa delle 25 opere che voi avete scelto come partecipanti alla finale della I° Ed. del Premio "ITALIA NOSTRA ITALIA MIA". 
La giuria Tecnica sarà composta di tre membri ognuno dei quali valuterà le opere sotto tre aspetti, ritenuti fondamentali dalla segreteria:

1 - Impatto Emotivo;
2 - Contenuto Testuale;
3 - Ritmica Metrico Musicale;

Per ogni campo, la giuria tecnica avrà un minimo di 4 a un massimo di 6.

Alla composizione della classifica finale concorrono:
1 -  Il voto base dato dalla commissione interna;
2 - Un massimale di 9 punti attribuiti per i voti ricevuti via Web, quindi dal popolo internauto: per ogni gruppo sono state selezionate 5 opere ad esse, in ordine di classifica è dato un punteggio da 5 a 9;
3 - Il voto complessivo della giuria tecnica.

In allegato la slide delle votazioni dei quattro gruppi.

Congratulazioni a tutti i finalisti.

VINCITORE PREMIO SPECIALE "ITALIA NOSTRA ITALIA MIA" I° Ed.

Come promesso oggi sveleremo il nome dell'opera che si è aggiudicato il "PREMIO SPECIALE ITALIA NOSTRA ITALIA MIA".
In allegato anche l'elenco delle opere che erano state messe al voto e da voi votate.
Abbiamo ricevuto 135 voti suddivisi nelle Dieci Opere in gara al premio.

Ad Essersi Aggiudicato il Premio Speciale "ITALIA NOSTRA ITALIA MIA" I° Ed. ricevendo pergamena di rito e aggiudicandosi la possibilità di avere la sua Opere Inviata alle mani dell'Emerito Presidente della Nostra Repubblica, Giorgio Napolitano...

Con 54 (cinquanta quattro) voti ricevuti... ... ... E'...

Italia Mia
Maria Grazia di Palermo (Sicilia)
Dall’alto del Vittoriano
Contemplare Roma capitale
Cupole e Fori Imperiali
Finalmente in accordo temporale
Ultimo baluardo
Do un sogno italiano.

L’auriga Italia
Comanda nobile focosi destrieri
Uomini,donne,partiti, valori morali
Ai piedi del Milite Ignoto
Ricordo di un figlio perduto
Redento in offerta
Come stella cadente sul cielo di Roma.

Oh,Italia!
Guardata da Dio
Riprendi le vie di romaniche imprese
Ricorda i natali di uomini illustri
Le lacrime, il sangue,
la gioia, le isole grandi!
I tuoi figli chiedono ragione e futuro.

Oh,mite Italia!
Speranza di pace tra i popoli
Testimone ardito di civile memoria,
ricorda chi sei, risorgi!.
                                              Maria Grazia di Palermo (SICILIA)

sabato 8 novembre 2014

IV° GRUPPO DI VALUTAZIONE

Ragazzi carissimi
siamo alla valutazione del IV° e ultimo gruppo di voto.
Da questo gruppo usciranno le ultime 5 che entreranno nella rosa della Finale.
Il voto è sempre triplice. Chi vota deve esprimere 3 preferenze, gli autori non possono votare se stessi, se ci saranno irregolarità il voto verrà cestinato.

IV° Gruppo Di Opere 

Senza Titolo…
IvanaNotarangelo, LAZIO
Tra gli angeli
Del paradiso…
Tra le stelle
Del firmamento…
Nell’infinità del cielo…
Nelle onde del mare.
Tu,
Roberta…
Vivi per tutti noi.
Sei il profumo
Delle rose in fiore,
sei l’alba ed il tramonto
di ogni nuovo giorno.
Sei il calore del sole,
che baciala terra…
sei presenza viva
nel cuore di
chi Ti Ama
E ti vedo
Splendere,
pulviscolo di luce,
nel giardino segreto
della mia anima…



Il sole negli occhi
Paolo Landrelli, CALABRIA
Rotolano dolcemente
Sospinte da leggera brezza,
adagio accarezzano la riva
ascoltano e raccontano
storie diverse, le onde.
Regalano speranze e sogni
Poi,appesantite da dolori e affanni,
lentamente si ritirano nelle acque profonde.
Sulla spiaggia,
un bambino costruisce
grigi castelli di sabbia
sognando che un giorno li colori il sole,
mentre un nonno osserva
l’immensità del mare.
Alba e tramonto,
così lontani ma così vicini
negli stessi colori,
pensava il vecchio
mentre una lacrima,
indurita dall’orgoglio
e dal tempo, si scioglieva
in quel sole che scalava il cielo.
Si rivide bambino e nonno
Nonno e bambino, ieri e oggi
Così lontani ma così vicini.
L’attimo divenne eterno
E il vecchio e il bambino,
persi in un abbraccio,
poterono guardare insieme
il sole negli occhi.



Italia
AntonioCiervo, TRENTINO ALTO ADIGE
Dolce terra dai mille profumi
Dal mare sorgi
Come splendida ancella
Di millenaria storia
Lo sguardo si rapisce
Nell'orizzonte dei tuoi colori.

Ad ogni uomo di qualsiasi razza
Nel cuore prende il desiderio
Di voler posare il suo piede
Sul tuo fertile suolo
Onde potersi riempire l’anima
Dei tuoi antichi fulgori

L’ardore di gioventù
Di un popolo diviso
Nel sangue ti ha forgiato
Unendoti per sempre
In una sola terra chiamata
Italia.



I colori della vita
SalvatoreCirillo, CAMPANIA
Ho trascorso la vita accompagnato dai colori più belli,
quelli del mare con mille sfumature
che cambiavano con il suo umore
e riempivano di gioia le mie giornate per tutto l’anno.
Quando sono andato lontano e non vedevo più il mare,
il verde della campagna e i colori delle montagne
hanno preso il suo posto dandomi pace e serenità.
Adesso sono vecchio e il bianco,
colore della neve e dei miei capelli
mi ha fatto maturare.
Amo questo colore con la stessa intensità
Perché anch’esso come gli altri è bello e necessario.
Ora manca solo il nero, che fa paura a tanta gente
E non vorrebbe mai incontrarlo.
Ma è proprio quello che non può mancare:
è il solo che fa giustizia e rende tutti uguali.
Ad ogni età l’uomo è accompagnato dai colori,
che se si amano tutti in uguale modo
essi ti fanno vivere sempre con serenità.



Maggio a Costa Rei
Irene Carta, SARDEGNA
Dalla veranda vedo il mare.
Ora è turchese
Ora azzurro
Ora verde con increspature bianche.
La spiaggia è ancora deserta.
Il vento muove piccole nuvole bianche.
Si sente un suono nell’aria
Le api,gli uccelli mi volano intorno
Ignorandomi.
Mi godo il mese di maggio a Costa Rei
Voglio portarmi via questa pace
E allora chiudo gli occhi
E i colori, i suoni, i profumi
Sono dentro di me.



Ritorna, ti aspetto
Andreina Moretti, ABRUZZO
Sono molesti e grevi i giorni lontano da te,
ho tanto freddo… freddo al cuore,
vorrei tacessero in un sonno pesante
la malinconia e il rimpianto,
mentre sospingono i miei pensieri
al naufragare nell’immensità dei ricordi.
Ti amo paese mio, ti amo mia madre terra,
nelle fessure profonde della tua intimità
hai qualcosa di me impressa nella memoria,
le grida di bimba, le allegre corse con il vento tra i capelli,
i giuramenti eterni, le nuove esperienze , i segreti,
le orme sulla sabbia rovente di agosto,
il primo bacio, l’amore, le promesse infrante, i dolori.
Ti amo paese mio, ti amo sorella mia,
ho qualcosa dentro di me che ti appartiene,
l’odore salmastro di pino e resina nelle narici,
la pelle ambrata dal sole acceso d’estate,
il blu del mare che bacia il cielo all’orizzonte,
le serenate sotto i balconi dei grilli e delle cicale,
le barche stanche addormentate, adagiate su di un fianco,
le vissute reti imploranti la provvidenza celeste,
il mormorio monotono dell’onda che muore e ritorna.
Mi manchi paese mio, mia culla antica,
mi manca il tuo odore salato, il tuo sapore remoto,
il calore degli affetti dinanzi alla fiamma invernale,
il rintocco della campana che scandisce le ore ripetendo:
“Ritorna,ti aspetto, ti amo anch’io”.



Ed il buio non ebbe luce
Loretta Stefoni, MARCHE
(Foibe ed esodo: il dovere della memoria)
Ed il buio non ebbe luce…
La follia dell’uomo
Fece del fratello il suo nemico.
Mani si sporcarono di sangue
Dieci,cento volte ancora
Nel silenzio del cielo, del vento,
della terra, della pietra…
gole profonde inghiottirono
i loro rinnegati figli
e tacquero l’infamia del pasto.
La fuga fu l’unica salvezza,
ma l’orizzonte incerto
non diede al petto respiro sicuro.
Tasche vuote e spalle curve,
un passo dietro l’altro alla ricerca
di terra buona dove mettere a dimora
le ormai secche radici.
Zolle aride ad accogliere piedi scalzi
E solo porte chiuse e orecchie sorde
Dietro l’uscio dove poter bussare.
Fu così che il bel paese mostrò
L’altra faccia del suo rosso cuore
Tenacemente abbarbicato
Ad un castello di bugie
Eretto sulle sabbie mobili del tempo
Là, dove il vero si disfa nell’oblio.



Mio caro angelo
Nicola Chinaglia, VENETO
Quando il sole va a dormire
E la luna risplende
Con il brillare delle stelle,
regalami un sorriso…

quando la paura si fa sentire
e l’angoscia, il freddo
bussano alla porta,
abbracciami forte…

quando la solitudine, il silenzio
giocano con le mute ombre
mentre il vuoto ti divora dentro l’anima,
prendimi per mano…

quando i colori, la musica
non riscaldano più i giorni
mentre l’emozioni svaniscono,
coccolami fra le tue braccia…

quando tutto è perduto e nel cammino della vita
si vedono solo due orme come sola
è l’immagine riflessa nello specchio,
proteggimi ancora sotto le tue ali…

martedì 4 novembre 2014

III GRUPPO DI VALUTAZIONE

Eccomi a presentarvi il III gruppo di valutazione.
Come consueto dovete dare tre preferenza perchè il voto sia valido.
Gli autori non possono votare la propria opera.
A voi la scelta.

III GRUPPO DI VALUTAZIONE

Scrivo e riscrivo
Marcello Di Gianni, CAMPANIA
Scrivo la poesia che ieri non ha voluto nascere,
quella che non ho mai voluto scrivere
dimenticandomi di tutto.

Voglio scrivere la poesia
Di chi non ne ha mai scritta una,
perché si vergognava di scriverla
o perché morso dal male di vivere.

Scrivo la funesta poesia di chi,
non sapendola scrivere piange
seduto su una sedia piegato dal dolore
d’un amore svanito tra le sue mani.

Voglio scrivere lunghi versi che raccontino
Del felice alzarsi il mattino, mentre fuori
Grandina a dirotto, e intanto
Dall’altra parte del mondo muore un bambino
Affamato di pane e gioia.

Scrivere e riscrivere voglio delle umide ciglia
D’una piccola fanciulla a cui hanno
Strappato via quel briciolo di sogno
Sua unica ragione di vita.

Oh, ma ancora voglio palare
Dell’aria Che fluttua nei nostri polmoni,
sempre inattesa di portarci notizie
forse buone, forse cattive;
ogni tanto un sorriso, ogni tanto uno schiaffo
dalla mano di quella cometa
che tanto abbiamo bisogno di vedere.

Ah,parlare mi sia concesso ancora
Dei tristi volti smagriti e tristemente mascherati
Da un’illusoria e temporanea felicità
Dei pendolari che salgono su un treno.

Voglio riportare in versi il dolce posarsi
D’un fiocco di neve sulle nostre spalle
Che si scioglie e dissolve mentre
Indifferenti noi continuiamo a vivere.
Voglio,voglio! Cantore farmi
Di chi ha vergogna d’esprimere
A parole la sua vita repressa e triste
Perché non sarebbe compreso.



Qui con me
Alessandro Corsi, TOSCANA
Quando tutto
Era qui con me
La mia esistenza
Era il volo dolce
Di una farfalla
In corsa per la vita.

Adesso non tutto
È ancora qui con me,
così la mia esistenza
è soltanto la speranza
di vivere davvero
tutti i miei sogni
vasti come il creato
e profondi come il cielo.
E tutto,così,
ruota nel vento
per essere il mistero
d’ogni mio respiro.



Ode in acrostici a tre poeti
Lisa del Gobbo, FRIULI VENEZIA GIULIA
Bevi,
anima assetata,
un po’ di questo vino inebriante!
Deliziati,
eccedi,
lasciati guidare da
assenzio e oppio!
Incoronati di quest’aureola
Resuscitata e traboccante del tuo
Essere poeta.

Lambisci silenzioso
Onirici sentieri
Verso il mare d’ombra;
ecciti discreto
corridoi e vincoli
rasente i muri della follia.
Aspettami.
Fermati.
Temo di perdere il veliero per gli abissi.
Rimani, ti prego,
insegnamene ancora, di quella
magia; di come si può tessere
bagliori e profumi e squilli,
angeli,demoni e poeti, in una
unica strofa,
dentro una tasca sfondata.



Nostalgico
Giovanni Cantore, SICILIA
Angelo che d’argento hai le ali,
vola lontano e dì alla mia donna,
che l’amor che io sento non ha uguali,
vola angelo mio e poi ritorna.
Dimmi della mia donna, voglio sapere.
Ella ti è fedele,nei campi canta il tuo tornare,
al vento affida i suoi pensieri,
e tu ascolta, tendi l’orecchio al suo parlare.
Si, sento le sue frasi, dolci come il miele,
come da un favo sgorgano le sue parole,
vorrei abbracciarla con forza e farla mia.
Son io che ti parlo, l’Italia mia.



Nel silenzio degli ulivi
Annamaria Guidi, UMBRIA
Cammino
Tra ulivi statuari,
contorti,cavi
sulla terra bruma
avvinta dal silenzio
profumato di muschio.
Rincorro
Tra lampi di luna
Sogni mai sopiti
Celati
Tra rami adorni di foglie
E pendule drupi.



Italia
Angelo Raffaele Rosselli, EMILIA ROMAGNA
Dal Veneto alla Sardegna,
dalla Calabria al Trentino,
un unico nome regna,
sulla Alpi e sull’Appennino.

Dalla Liguria alla Sicilia,
dal Molise sino in Aosta,
dalla Romagna, all’Emilia,
sui laghi e su ogni costa.

Dalla Marche alla Toscana,
dalla Puglia e dal Piemonte,
quanta bellezza la terra emana,
in ogni aspetto ed orizzonte.

Dal Friuli alla Basilicata,
all’Umbria e per il suo mare.
L’abbiamo desiderata,
l’abbiamo voluta amare.

Dall’Abruzzo sino al Lazio,
dalla Campania alla Lombardia,
umilmente ti ringrazio,
Italia Madre mia.



 All’Italia
Marina de Michele, ABRUZZO
Grada festose, alte bandiere,
intonati canti.
D’ora innanzi nelle verdi valli,
nei vigorosi monti e nelle gentili acque
scorrerà un unico sangue:
quello latino e vermiglio dei tuoi eroi.
Oh Italia,
unita dal ferro di acerbe battaglie,
dal pianto delle vedove,
dalle incerte note del novello inno.
Da mortali ferite hai partorito
I tuoi figli.
Qual travaglio per una così tenera madre!
Come gigli spezzati, troppo presto
Ti hanno consacrato il bene più prezioso:
la Vita.
                                                          


Un angelo di nome Yara
Silvana Intieri, VENETO
Eri un fiore un piccolo fiore
Ti stavi schiudendo delicatamente alla vita
Un fiore profumato che con la sua delicata essenza
Inebriavi i cuori di mamma e papà.
Ora sei un angelo
Volato nell’immensità della volta celeste
Librando l’ali come una libellula leggiadramente
Come quando ti esibivi volteggiando
Al ritmo di musica soave.
Danzerei attorniata dalle stelle e dalla luna
Spettatrici appassionate che applaudiranno
Senza sosta la tua bravura. Ciao piccolo angelo di nome Yara.

venerdì 31 ottobre 2014

II GRUPPO DI VALUTAZIONE

Eccomi a presentarvi il secondo gruppo da valutare.
Saranno ancora otto opere e solo in cinque passeranno alla finale.
Tutti possono votare, ovviamente gli autori non possono votare la loro medesima opera.
Ognuno dei votanti dovrà esporre tre nominativi/preferenza... ragazzi a voi la scelta.

II GRUPPO DI OPERE PER LA SELEZIONE

Il mio paese
PietroLaPiana, CALABRIA
Dal mar Ionio arrivarono nuove genti,
forse spinti dal fatal re dei venti
oppure memori delle antiche civiltà
che qui fondarono floride città.

Sulla sabbiosa costa ionica sbarcarono
e nella pianura del Corace si accamparono;
poi, per ripararsi dai turchi, dalla malaria e dalla ruina
risalirono la valle e si stabilirono sull’alta collina.

Ma nel 1783 una scossa di terremoto fu disastrosa,
arrecò danni e lutti, e distrusse ogni cosa;
fu una catastrofe devastante,
esiziale per ogni scampato abitante.

Con buona lena, una zona più sicura venne trovata
E, su progetto Ferraresi, una nuova Borgia fu edificata.
Ora tra due croci trovasi distesa
Come per essere dal buon Dio difesa.

Specie a Roccelletta, i segni di antica civiltà porta grata
Dove una città greca e poi romana venne edificata.
Cultura e tradizioni fanno forte la municipalità
Per cui del suo territorio è saggio mantenere l’unità.

È il paese dove sono nato,
dove sono cresciuto e mi sono formato,
dove ho insegnato con passione e cura,
e ai miei cari ho dato sepoltura.

Qui ho passato tutta la vita,
ho costruito il mio nido e ho subito qualche ferita,
con compagni e amici ho fraternizzato,
ho sofferto e gioito, ho sognato e anche pregato.

Da giovane, mi sono impegnato per il suo progresso
Secondo libertà e giustizia per cui ho lottato spesso;
ma silenzio e indifferenza sovente ho avvertito
e, pur in compagnia, a volte solo mi son sentito.

Tuttavia, in suo grembo un giorno dormire
È desiderio che i miei figli devono esaudire,
come se mai me ne fossi allontanato,
sperando tanto che sia accontentato.



Il signore delle onde
Alessandra Benassi, EMILIA ROMAGNA
Dolce poesia d’estate
In questa notte piena di stelle
Dove il buio assoluto mi parla di te.
Dove è splendido sognar ogni tramonto lontano
Ed ogni paesaggio oltreoceano
Che vorrei vivere accanto a te.
E nonostante io sia qui lontano,
il mio cuore, le mie emozioni,
sono in cerca di te.
E questo desiderio che sale
Mi porta a pensarti fra le onde ed i marosi
E ad ogni marea cercarti col pensiero,
con lo sguardo.
E nel mio cuore,
nei miei ricordi
mentre imperversano le onde ed il frastuono dei lampi,
nella tempesta perfetta laddove nessuno ora,
solo la tua vela scende impetuosa
a disegnare solchi perfetti
in quel mare dimenticato da Dio.
Ma tu sei molto di più di questo,
sei unico
e solo quando la tavola
sembra aver domato la furia che la circonda,
il tuo cuore si placa e guadagni la riva e nient’altro.
Sul tuo volto sorridente c’è solo il segno del mare,
come dimenticarlo
ed invece nel mio cuore ci sei solo tu o mio signore.
Il mio signore  delle onde.



Saluto alla bandiera
Antonella Iacoponi, TOSCANA
Verde speranza, il primo colore:
ecco le uniformi militari,
di chi ha lottato con tenacia ed onoro,

per la libertà del paese e dei propri cari,
la natura,l’erba dei prati,
i tralci dei vigneti, gli smeraldi più rari,

la primavera, fonte di sorrisi incantati…
Bianco di fede, in una preghiera:
ecco le alpi, diamanti innevati,

la patria così bella, candida e fiera,
il velo di una sposa, -dolce emozione-,
magico dono di una vita intera…

il rosso dell’Etna, rubini, passione, aroma di arance siciliane,
la scintilla della rivoluzione,

che si diffuse come un’eco di campane,
il sangue dei molti soldati,
che unì regioni vicine e lontane,

rosso di luna, tra cieli stellati.
 


… E penso a te
Giuseppe Montaquila, LAZIO
Fontegreca,paese mio,
terra fertile e rigogliosa,
sonnecchi col tuo corpo sinuoso
sdraiato ai piedi del monte,
col viso attonito
e gli argentei capelli un po’ arruffati.
Ti specchi nel Sava
Che scroscia con la sua acqua limpida e fresca
Nel silenzio della quiete,
e accarezza soffici prati
che profumano di vuole.
Osservi gli ulivi già fioriti
Che fan promesse copiose
E delizi il tuo olfatto dell’odore pepato dei cipressi,
unici e divini.
L’orologio sulla torre
Suona il mezzodì,
mentre sul selciato, in lontananza,
s’intravvede una contadina, col suo canestro in testa
ricolmo di cipolle e altri ortaggi,
che a piè sospinto fa ritorno alla sua casa
trepidante d’azionar i suoi fornelli.
A quest’ora tutte le contrade sono invase dai profumi
Delle pietanze già fumanti,
l’aroma delle lasagne e ceci si unisce
a quello della polenta con salsiccia e peperoni,
il profumo delle patate e fagioli
si confonde con la zuppa di cipolle,
ed è un tripudio do profumi, di aromi
di sensazioni e di colori,
quando i peschi, i gelsi ed i mandorli son fioriti
e fan da cornice.
Perdona,perdona me, figlio ingrato,
che lasciai la mia dimora,
per coronare il mio sogno lontano,
e adesso sei lì che aspetti, paziente,
con l’animo confuso
di chi in silenzio soffre
ma che per amore esulta
ogni volta che torno,
poi mi cingi d’abbracci
e si rinnova la festa,
anche se le ore passan in fretta.



Tela d’Autunno
Cristina Izzo, PIEMONTE
Ed eccomi in questo viale a contemplare i colori dell’autunno…

Come in un dipinto malinconico, senza più lacrime accompagnata solo dal giallo, dalvermiglio e dall’ocra.

Il cuore pesa, vorrei rallentare il passo per saggiarne la flemma ma non posso, devotornare a combattere.



Ci sono spazi
Maria Carmela Dettori, SARDEGNA
Ci sono spazi,
dove i pensieri e le parole
raggiungono con l’anima
perfetta comunione,
dove anche i silenzi parlano
senza far rumore.
Sulle trame dell’onda,
quando il bisbiglio della luna
arriva al sole su un’altra sponda,
sulle rughe di un neonato,
quando gli occhi delle madri
incrociano gli sguardi all’equatore,
sui fili invisibili sel vento,
là dove i sorrisi
non hanno lingua né colore.
Le lacrime salate della vita,
come muti rivoli infondono
la terra sotto i piedi,
ma l’uomo corre troppo in fretta,
e nelle orme i silenzi parlano
incomprensibili parole.



Il sole di settembre
Francesco Mazzitelli, BASILICATA
Il sole di settembre
Accarezza
La vigna del tuo cuore
E,
fino all’ultimo filare,
vado raccogliendo
l’uva matura
del tuo amore.
La fatica della vendemmia
Continua fino al meriggio
Ed al vespro
Mi incammino verso le tinaie
Per bere il dolce mosto
Delle tue calde profumate labbra.
Tristi e silenziosi
Passano i giorni
Mentre aspetto
Che arrivi il giorno
Dell’incontro nella cantina
Dove gusteremo con gioia il vino
Della nostra felicità.



Le onde
Patrizia Scappatura, PUGLIA
Come odalische vestite di spuma,
con incessante andare e venire,
danzando sul mare giungono a riva
e languidamente s’adagiano stanche.
Nei giorni sereni la presenza è discreta,
accattivante sussurro la voce suadente.
Ma nei giorni oscuri, senza sosta e pietà,
il vento impetuoso le prende con forza
contro ruvidi scogli taglienti le spinge
e lì,
salutando il mare con un canto assordante,
sperdendosi in mille e più lacrime salate,
muoion rabbiose e insiem disperate.

Così è la vita delle onde ogni giorno,
così anche per noi, sovente lo è.